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La presenza dei soldati della Corea del Nord in Russia, con la prospettiva di partecipare alla guerra contro l'Ucraina, pare destinata a scatenare una reazione a catena. Se il presidente ucraino lamenta la reazione letargica di molti alleati alla mossa di Kim Jong-un, ormai in campo al fianco di Vladimir Putin, c'è un paese che si è attivato in maniera decisa. La Corea del Sud, nelle ultime settimane, è entrata nell''agone diplomatico' con decisione. Per Seul, ovviamente, l'attivismo di Kim e le operazioni della Corea del Nord – che ha appena lanciato un missile balistico – hanno un peso specifico particolare. Pyongyang ha rafforzato l'asse con Mosca per uscire dall'isolamento e prova a sfruttare l'apparente immobilismo della Cina, che nonostante il pressing degli Stati Uniti al momento si limita ad assistere. In questo quadro, la Corea del Sud valuta una svolta epocale. Seul negli ultimi anni ha scalato la classifica tra gli esportatori di armi, arrivando nella top ten e puntando ad un'ulteriore crescita entro il 2027. Finora, la Corea del Sud non ha fornito armi all'Ucraina, limitandosi ad inviare elmetti e a garantire aiuti umanitari a Kiev. Ora, la situazione potrebbe cambiare: il paese potrebbe decidere di inviare armi all'Ucraina. Il dibattito si è acceso a giugno, quando Kim e Putin hanno firmato un patto di assistenza reciproca in caso di aggressione. La Corea del Nord dall'autunno 2023 fornisce armi e munizioni alla Russia: si calcola che sinora siano stati inviati 8 milioni di proiettili. Adesso, sono arrivati alla corte di Putin anche i soldati di Kim. La linea rossa è stata superata e la Corea del Sud valuta se abbandonare lo stato di 'quasi neutralità'. Si sta considerando, in particolare, la possibilità di inviare missili Hawk e altri equipaggiamenti militari all'Ucraina, ha anticipato il deputato Yoo Yong-won del partito di Potere popolare al governo.
I missili Hawk, di produzione americana, hanno una gittata di 40 chilometri e sono stati dismessi in Corea del Sud nel 2022, dopo l'acquisizione dei Cheongung prodotti localmente. Nelle mani di Kiev, i missili avrebbero un ruolo fondamentale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto, apparentemente invano, i missili Tomahawk agli Stati Uniti. Washington, d'altra parte, non autorizza le forze armate ucraine a utilizzare missili a lungo raggio contro obiettivi militari in territorio russo. Le armi sudcoreane offrirebbero agli ucraini altre opzioni. La decisione potrebbe arrivare a breve. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, d'altra parte, ha dichiarato che i militari nordcoreani potrebbero essere inviati al fronte prima del previsto, uno scenario considerato "grave" da Seul e che richiederebbe "una risposta decisa e unita" della comunità internazionale. Fonti della presidenza sudcoreana precisano che il primo step sarebbe eventualmente l'invio di armi difensive. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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