(Adnkronos) – Nel 2023, gli impatti dei cambiamenti climatici hanno continuato a manifestarsi in tutta Europa, con milioni di persone colpite da eventi meteorologici estremi, rendendo prioritario lo sviluppo di misure di mitigazione e adattamento. E’ quanto emerge dal rapporto sullo Stato europeo del clima 2023 (Esotc 2023) del Copernicus Climate Change Service (C3S) e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo). Il 2023 è stato l’anno più caldo o il secondo anno più caldo mai registrato, a seconda del set di dati. Le temperature in Europa sono state superiori alla media per 11 mesi all’anno, incluso il settembre più caldo mai registrato. Il 2023 ha visto un numero record di giorni con ‘stress da caldo estremo’, con una tendenza all'aumento del numero di giorni di ‘forte stress da calore’ in tutta Europa. La mortalità correlata al caldo – si legge nel report – è aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni e si stima che i decessi legati al caldo siano aumentati nel 94% delle regioni europee monitorate. L’Europa è il continente che si sta riscaldando più rapidamente, con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale. I tre anni più caldi registrati in Europa si sono tutti verificati a partire dal 2020 e i dieci più caldi dal 2007. Oltre alle sfide che le ondate di caldo pongono alla salute, ci sono altri eventi meteorologici estremi che hanno avuto un grave impatto sulle persone in Europa nel 2023 – si legge nel report – Secondo le stime preliminari per il 2023 dell’International Disaster Database (Em-Dat), lo scorso anno in Europa, 63 persone hanno perso la vita a causa di tempeste, 44 per inondazioni e 44 per incendi. Le perdite economiche legate alle condizioni meteorologiche e al clima nel 2023 sono stimate a oltre 13,4 miliardi di euro. Per Celeste Saulo, segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale, “la crisi climatica è la sfida più grande della nostra generazione. Il costo della climate action può sembrare alto, ma il costo dell'inazione è molto più alto. Come dimostra questo rapporto, dobbiamo sfruttare la scienza per fornire soluzioni per il bene della società". Per l’intero anno, la temperatura media della superficie del mare in tutta Europa è stata la più alta mai registrata. A giugno, l’Oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e intorno al Regno Unito è stato colpito da un’ondata di caldo marino classificata come 'estrema' e in alcune aree 'oltre l’estremo', con temperature marine superficiali fino a 5°C superiori alla media. Nel corso del 2023, l’Europa nel suo insieme ha registrato circa il 7% di precipitazioni in più rispetto alla media. Nel 2023, un terzo della rete fluviale europea ha registrato flussi fluviali superiori alla soglia di alluvione 'elevata' e il 16% ha superato la soglia di alluvione 'grave'. Nei principali bacini fluviali, tra cui Loira, Reno e Danubio, si sono registrate portate record o quasi, a causa di una serie di tempeste tra ottobre e dicembre. Secondo le stime preliminari dell’International Disaster Database (Em-Dat), le inondazioni del 2023 hanno colpito circa 1,6 milioni di persone in Europa e hanno causato circa l’81% delle perdite economiche annuali dovute agli impatti climatici sul continente. L'estate 2023 non è stata la più calda mai registrata, ma ha visto condizioni a volte estreme. Ci sono stati contrasti di temperatura e precipitazioni in tutto il continente e da un mese all'altro. L''estate prolungata' (da giugno a settembre) ha visto ondate di calore, incendi, siccità e inondazioni. Per gran parte del 2023, il pericolo di incendi per l’Europa nel suo complesso è stato superiore alla media. Ci sono stati grandi incendi in Portogallo, Spagna, Italia e soprattutto Grecia, che ha visto il più grande incendio mai registrato in Ue, circa 96.000 ha. In totale, la stagione degli incendi ha visto la quarta area bruciata più grande mai registrata nell'Ue con un totale di circa 500mila ettari. “Nel 2023, l'Europa è stata testimone del più grande incendio mai registrato, di uno degli anni più piovosi, di gravi ondate di calore marino e di devastanti inondazioni diffuse. Le temperature continuano ad aumentare, rendendo i nostri dati sempre più fondamentali per prepararsi agli impatti del cambiamento climatico”, dice Carlo Buontempo, direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S). Nel 2023, gran parte dell'Europa ha registrato un numero di giorni di neve inferiore alla media, in particolare nell'Europa centrale e sulle Alpi durante l'inverno e la primavera. Le Alpi hanno registrato un'eccezionale perdita di ghiaccio nei ghiacciai, legata all'accumulo di neve invernale inferiore alla media e al forte scioglimento estivo dovuto alle ondate di calore. Nel periodo 2022-2023, i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 10% del loro volume residuo. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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